Saturday, April 20, 2024
It's a mad's world

Tampon Tax: una battaglia che necessita soluzioni estreme?

A mali estremi, estremi rimedi

La notizia non è nuova e ha già suscitato il clamore che merita: il governo giallo-verde non abbasserà l’iva per quanto riguarda gli assorbenti igienici femminili. Su questi beni – ivati al 22% come i beni di lusso – continueranno a gravare delle imposte alte che resteranno a carico delle donne. L’emendamento che proponeva di ridurre l’imposta sul valore aggiunto era contenuto nella Semplificazione Fiscale, ed è stato discusso negli scorsi giorni alla Camera: respinto con 253 voti contrari e 189 favorevoli.

La ragione? Abbassare l’iva costerebbe troppo. La presidente della Commissione Bilancio della Camera, la pentastellata, Carla Ruocco ha affermato che non ci sono le coperture per poter affrontate la riduzione dell’iva al 10% o 5%. Il costo effettivo per ridurre l’iva al 10% si aggira intorno ai 212 milioni di euro e sale e ai 300 milioni per abbassarla al 5%. Peccato, perché più che costo per lo Stato, questa mi sembra più un modo per capire quanto in realtà lo Stato ci stia guadagnando attualmente con l’iva ricavata dalla vendita degli assorbenti. 

 

Oltre al danno, anche la beffa. Il capogruppo del M5S Francesco D’Uva, che – ho appreso con grande sorpresa e sgomento – è laureato in chimica con lode (un esempio che mal rappresenta la categoria dei laureati, mi verrebbe da dire) ha risposto ospite a La7 da Omnibus dicendo che la proposta è stata rifiutata per due motivi: uno era appunto la mancanza di copertura a livello economico e l’altro riguardava il grande amore per l’ambiente di questo governo. Si, D’Uva afferma che non è corretto abbassare l’iva su un prodotto che inquina in modo da favorire l’utilizzo delle coppette mestruali (anch’esse ivate al 22%!). E già che siamo, suggerisce anche l’utilizzo di pannolini lavabili per i neonati. 

Ah, che meraviglia! Che progresso! A sentire queste parole mi sento capita e confortata. Soprattutto se penso ad alcuni dei beni che invece hanno il privilegio di essere ivati al 4%. Tra questi ci sono per esempio il tartufo o il caviale. Beh, certamente, sono beni alimentari di primissima necessità, non sia mai che io debba pagare cifre esorbitanti per delle tagliatelle con il tartufo o una tartina al caviale, non scherziamo, potrei morirci di fame. Anche i quotidiani, giornali, notiziari di ogni tipo sono ivati al 4%. Non che io non sia d’accordo riguardo al fatto che la cultura e l’informazione siano una necessità primaria per una persona, per un cittadino, ma siamo così sicuri che abbiano precedenza rispetto ad un fattore fisiologico come quello del ciclo mestruale?

Si potrebbero usare i giornali usati al posto dei tamponi, sempre che sia sicuro mettere a contatto certe zone con l’inchiostro del giornale. Credo di no. Oppure potremmo tutti passare al lato oscuro della forza e abbracciare una soluzione estrema, si, ma che potrebbe portare a risultati entusiasmanti.

Potremmo aderire tutti al movimento freebleeding, ovvero al sanguinamento libero. Negli Stati Uniti esiste un gruppo di donne che ha deciso di non indossare protezioni nel giorno di mestruo e di andare in giro, a lavoro, negozi, così, con una macchia rivelatrice. C’è da precisare che per sedersi utilizzano quei fogli assorbenti per animali domestici o per il cambio pannolino, per intenderci. Ma vi immaginate le facce degli onorevoli della Camera se tutte le donne decidessero di lasciare perdere assorbenti, tamponi, coppette e passassimo a non usare niente? Sarebbe uno “spargimento di sangue” non da poco, magari si convincerebbero ad abbassare l’iva al 10%, forse anche al 5%. D’altronde a mali estremi, estremi rimedi. Qui ci vuole una scossa pesante per far aprire gli occhi a chi ha il potere decisionale, forse questa potrebbe essere la soluzione, si, quella finale. 

One thought on “Tampon Tax: una battaglia che necessita soluzioni estreme?

  1. Eccellente articolo- complimenti.
    Suggerirei al Signore “esperto” in questioni femminili di informarsi almeno prima di aprire la bocca. Speriamo che abbia capito la sciocchezza che ha detto. Era meglio se diceva che non c’erano i soldi ( ma su assorbenti c’è un guadagno assicurato) . Dovremmo anche riflettere sul fatto che all’estero le assorbenti costano meno della metà che qui in Italia ma non è un fatto di IVA!

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